ABBIAMO VISTO IN ANTEPRIMA PER VOI LʼULTIMO CAPITOLO DELLA SAGA CIBERNETICA PIÙ FAMOSA AL MONDO: NON CI SIAMO ANCORA.
Abbiamo visto in anteprima per voi lʼultimo capitolo della saga cibernetica più famosa al mondo, Terminator Genisys. E diciamolo tranquillamente, uno ad elaborare il lutto ci mette un poʼ e dopo le prime ore di entusiasmo post-proiezione qualcosa di inceppa perché come spesso si fa in questi casi, prima di approcciare la sala si fa un ripasso con il primo e il secondo film, ancora oggi lungometraggi godibilissimi e si cerca di dimenticare il tremendo flop del terzo e del quarto capitolo; il confronto è inevitabile e lʼimpatto è durissimo.
Lʼhype era quello giusto, la “benedizione” di James Cameron faceva ben sperare insomma, questa volta sembrava davvero una ripartenza con i fiocchi e… no. Non ci siamo ancora.
Intendiamoci, questo Terminator Genisys in effetti è una ripartenza vera e le caratteristiche del reboot ci sono tutte: strizzatine dʼocchio al primo e al secondo film (possono piacere o meno ma le ho trovate un tributo sincero per i primi 20 minuti del film, in alcun modo forzato) una nuova trama, una nuova linea temporale alterata per lʼennesima volta da uno Skynet disperato e che si riallaccia esattamente a quella del film del 1984, alcune belle scene di battaglia futuristica come piacciono a noi con tante altre piccole accortezze che sono piacevoli, gradevoli e cercano di richiamare il clima dei primi due film e forse questo è parte del problema. La trama scorre e a parte qualche buco abbastanza evidente appare solida e strutturata, forse scontata in alcuni punti dato che la storia è un poʼ sempre quella del cyborg cattivo che vuole far fuori un membro della famiglia Connor (in questo caso Connor vs Connor ce va sans dire, era noto da tempo) ma la sceneggiatura sta in piedi senza particolari problemi. Non sono del gruppo “fermiamoci qui, grazie”. No, possiamo pure andare avanti e sarò comunque ben lieto se Paramount vorrà continuare ad investire nel franchise con nuovi film e serie TV.
Come però spesso accade per questi remake, quello che manca è il fascino. Ormai ci troviamo davanti a colossal hollywoodiani ad altissimo budget, con effetti speciali a dir poco surreali ma che mancano di profondità e scalfiscono appena il senso dello stupore dello spettatore e in questo senso Terminator Genisys non fa differenza. Il primo, indimenticabile Terminator era paura, terrore, il panico di trovarsi un T-800 macilento a fianco nel momento più imprevisto, era la tensione palpabile di Sarah Connor seduta ad un tavolo del Techno-Noir, terrorizzata dagli omicidi delle sue omonime, era la carneficina alla stazione di polizia dove «stai tranquilla Sarah, ci sono 30 poliziotti qui a proteggerti.»
Non è così in Terminator Genisys dove tutto è pre-confezionato e in qualche modo già richiama action-movies visti un tempo e anzi, tutto sembra quasi sereno tanto che in piena fine del mondo imminente umani e cyborg si lanciano in battutine da cine-fumetto confermando che purtroppo lʼaction-comedy è un trend consolidato, piaccia o meno; certo, per un film di supereroi può avere senso, in Terminator lʼho trovata una nota stonata in grado di strappare solo una stanca risata.
Veniamo agli attori e alla loro interpretazione. Emilia Clarke merita una seconda vita dopo Il Trono di Spade e appare sicura nei panni di una Sarah Connor diversa da quella che ci potevamo aspettare e molto simile alla donna combattiva del secondo film. Molto Khaleesi? Qualcuno dice di sì ma il ruolo di Sarah è quello della guerrigliera, appunto, non ci si poteva aspettare molto altro. Arnold Schwarzenegger appare stanco. Pur essendo una chiave in tutto il film, il T-800 della terza età una lacrimuccia di tristezza la fa scendere. Arnold è unʼicona delle scene dʼazione che pur non mancano nel film ma con lʼaggiunta di uno humor non degno di un T-800, macchina hunter-killer da infiltrazione, fredda, razionale, calcolatrice e che qui a tratti sembra Julius Benedict del film I Gemelli. Personalmente ho trovato la cosa molto stonata.
Gli altri protagonisti, beh. Non brillano. Jai Courtney (Kyle Reese) e Jason Clarke (John Connor/T-3000 sì, ve lo diciamo, tanto ormai la trama in questa sua parte è svelata già nel trailer) fanno il loro dovere ma non danno spessore ai rispettivi personaggi. Matt Smith, grosso punto di domanda. Non vi sveliamo il suo ruolo per non rovinarvi la sorpresa (se non ve la siete già rovinata altrove) ma da un attore che si è dimostrato molto capace ci aspettavamo altro. E il resto è di contorno.
Non bocciamo questo film su tutta la linea perché è una ripartenza in qualche modo e lo sforzo che è stato fatto per non apparire scontati è evidente ma non sufficiente. Il nostro giudizio apparirà generoso rispetto ad altre critiche più taglienti. Se siete appassionati della saga di Terminator, andate in sala a vederlo (anche in 2D, il 3D non aggiunge nulla credetemi), godetevelo, fatevi due risate e elaborate unʼopinione vostra. Aspettiamo i vostri commenti. La critica mondiale, in modo più o meno marcato, non è rimasta entusiasta da questo primo capitolo della nuova trilogia ma personalmente spero comunque che si possa proseguire e raddrizzare il tiro in corso dʼopera.
Credits
Paese di produzione: USA – Anno: 2015 – Genere: fantascienza – Durata: 126′ – Regia: Alan Taylor – Sceneggiatura: Laeta Kalogridis, Patrick Lussier – Musiche: Lorne Balfe – Produzione: David Ellison, Dana Goldberg.
Cast: Arnold Schwarzenegger: Guardiano (Alessandro Rossi) – Jason Clarke: John Connor (Fabrizio Pucci) – Emilia Clarke: Sarah Connor (Alessia Amendola) – Jai Courtney: Kyle Reese (Carlo Scipioni) – J.K. Simmons: O’Brien (Paolo Marchese) – Dayo Okeniyi: Danny Dyson (Luigi Morville) – Matt Smith: Alex (Francesco Venditti) – Courtney B. Vance: Myles Dyson (Paolo Buglioni) – Michael Gladis: tenente Matias (Alessandro Budroni).