Ritorna Einstein-Rosen Café. la rubrica del blog di FantascientifiCast in collaborazione con il CSU – Collettivo Scrittori Uniti: con estremo piacere vi presento l’Ospite che ci terrà compagnia oggi: Gianluca Villano.
Ciao Gianluca e benvenuto del nostro Café… raccontaci un po’ di Te: formazione, lavoro, passioni…
Ciao Omar, mi fa davvero piacere poter condividere con te e con i lettori del tuo Blog tutte le suggestioni della mia vita. Devo la mia formazione essenzialmente ai cartoni animati degli anni Ottanta: Il Grande Mazinga, Daitarn III, Daltanius, Tekkaman, Lamù, per citartene solo alcuni. Ho iniziato a scrivere racconti già alle elementari ma, per assurdo, ho scoperto il piacere della lettura soltanto alle superiori. Mi perdevo letteralmente nei grandi film e riportavo sulla carta il bisogno di riviverne le emozioni. Timidezza e insicurezza non mi hanno permesso, purtroppo, di seguire un cammino scolastico appropriato, scelsi il Tecnico Industriale invece che il Liceo Classico, forse unicamente perché avevo il timore di perdere gli amici più cari. Lavoro in un presidio sanitario e faccio parte di un’Associazione ludico-culturale: La Rosa dei Nirb (denominazione ripresa dal titolo del mio primo libro pubblicato) dove, oltre a collaborare all’ideazione di eventi fantasy-medioevali, sono Dungeon Master del gioco di ruolo Dungeons & Dragons da circa 28 anni.
Il tuo rapporto con la Fantascienza come lo descriveresti?
Ti racconto un brevissimo aneddoto: ciò che in parte ispirò (deviò?) la mia scelta per l’indirizzo scolastico delle superiori fu la certezza che avrei imparato a costruire astronavi. Ho sempre guardato le stelle scintillanti nel cielo notturno e ho sempre desiderato raggiungere mondi lontani per esplorarne i segreti più reconditi.
Autori, serie televisive e film preferiti?
Tra gli autori di fantascienza che preferisco ci sono: Isaac Asimov, Philip K. Dick, Frank Herbert ed Edgar Rice Burroughs ma ciò che venero oltre ogni immaginazione è la saga cinematografica di Star Wars. Prima di acquistarne i primi VHS non ho mai perso una replica in TV. Ricordo di un Natale in cui ho visto la trilogia classica tutta d’un fiato, ne ho perfino registrato l’audio sulle audiocassette per poterle riascoltare. Allo stesso modo ho sempre visto e rivisto, con grande piacere, film come Dune, Blade Runner, Krull, tutta la serie di Alien ma anche produzioni più recenti come Avatar, Star Trek, Valerian.
E il Gianluca scrittore quando e perché nasce e come si evolve?
Tutto è nato tra i banchi di scuola, in quinta elementare. Uno dei miei compagni di classe si divertiva a disegnare vignette divertenti a sfondo horror, raccontando storie incredibili di personaggi, spesso sfortunati, che incappavano in epiloghi tragici. In quel contesto, colsi l’opportunità d’immaginarmi protagonista di storie tanto amate, ma viste soltanto in televisione. Scrissi: Le avventure di Gianluca un quaderno colmo d’imprese mirabolanti, ambientate in ogni era della nostra civiltà e perfino nello spazio. Incoraggiato da uno dei miei amici più cari, continuai a scrivere storie d’ogni genere, finché conobbi il mondo dei giochi di ruolo e in particolare di Dungeons & Dragons. Mi appassionai al fantasy, scoprii i Librogame di Lupo Solitario (Joe Dever) e creai Arbor, la mia Terra di Mezzo.
Fra le tue opere hai un “figlio prediletto”?
La Saga della Corona delle Rose è un progetto importante e profondo, ma ciò che porto nel cuore, più di ogni altra pubblicazione, sono proprio i racconti dell’infanzia, quaderni stracolmi di errori grammaticali, espressioni dialettali e disegni improvvisati. Titoli come: L’isola del teschio grigio, Il segreto del Cobra o Odissea nello spazio della morte animano dentro di me un tepore nostalgico che non ha eguali. Quei racconti rappresentano le origini della mia passione per la scrittura, sono le fondamenta ancestrali dalle quali si è evoluto il mio stile.
Parlaci della Saga della Corona delle Rose…
Come ti dicevo, la Saga della Corona delle Rose è un progetto a me molto caro, figlio di esperienze profonde che hanno segnato il mio vissuto: la morte di mio nonno, al quale ero molto legato, la malattia e la morte di mio padre, il mio sentirmi inadeguato e fuori dal mondo, la consapevolezza di vivere in una società materialista, opportunista, violenta, incapace di salvaguardare la terra in cui vive. Nella Saga di Logren, giunta al quarto volume (si concluderà con il quinto) ho voluto esprimere il mio parere su tutti questi argomenti e ho immaginato un protagonista che prova a cambiare il suo destino e s’imbatte in una verità sepolta e celata, la cui rivelazione potrebbe sovvertire l’ordine drammatico degli avvenimenti caratterizzanti la sua epoca. Realtà come i Divoratori, le Trasfigurazioni degli Oblati, l’approssimarsi di un Morbo scatenato per sterminare la razza umana (il riferimento alla situazione attuale è puramente casuale, dato che il morbo l’ho pensato già nella pubblicazione del romanzo uscito nel 2017), la follia e la ferocia degli antagonisti, oltre alle devastazioni naturali scatenate deliberatamente per fermare ogni azione del protagonista.
Come ti trovi da autore CSU (Collettivo Scrittori Uniti) e cosa pensi del loro modo di promuovere gli autori?
Il CSU è come una famiglia, sempre pronta ad aiutarti, propositiva e capace di sorprenderti. A tutti gli autori vengono offerte le stesse opportunità di promuoversi ed è proprio questo che apprezzo di più del loro modo di operare.
Torniamo a Gianluca, progetti per il futuro? Sogni nel cassetto?
In questo momento sono a lavoro sull’ultimo romanzo della Saga e sulla realizzazione di ulteriori spin-off riguardo i personaggi più amati dai lettori che ruotano intorno al protagonista. Successivamente vorrei scrivere un romanzo autoconclusivo, un urban-fantasy tecnologico. Ho già un’idea che mi ronza intorno da un po’ di tempo. Sogni nel cassetto? Vorrei far tradurre in inglese la Saga della Corona delle Rose, per offrirla ad un pubblico più vasto.
One more thing?
Colgo l’occasione per augurare a tutti Buone Feste.
Il vero eroe è colui che crede in se stesso e nei propri sogni.